* I dottori hanno fatto tutto quello che hanno potuto, ma nonostante ciò sono ancora vivo.
(Ashleigh Breant)
* La medicina antica non potendo curare i malati si accontentava di resuscitare i morti.
(Jean Charles)
* Un medico è un uomo che viene pagato per raccontare delle fandonie nella camera del malato, sino a quando la natura non l’abbia guarito o i rimedi non l’abbiano ucciso.
(Antoine Furtière)
* Se gettassimo in fondo al mare tutte le medicine che utilizziamo, sarebbe tanto meglio per noi e tanto peggio per i pesci.
(Oliver Wendell Holmes)
* Ho detto al mio dentista che dieci dollari per togliere un dente erano tanti. Dopotutto sono solo cinque secondi di lavoro. Così mi ha tolto il dente lentamente.
(Jack Klugman)
* Il dottore si era innamorato di una delle sue pazienti. Poco male, il fatto è che era veterinario.
(Makaresco-Trani)
* Per prima cosa lo specialista mi diede la buona notizia: avevo una malattia cui avrebbero dato il mio nome.
(Steve Martin)
* L’ultima volta che andai dal medico mi diede tante medicine che, dopo guarito, stetti male per un mese intero.
(Groucho Marx)
* Il mio medico mi ha dato sei mesi di vita, ma quando si è accorto che non ero in grado di pagargli la parcella, me ne ha concessi altri sei.
(Walter Matthau)
* Il lavoro più facile al mondo è quello del medico legale. Interventi chirurgici su persone decedute: che cosa potrebbe andarti storto? Sentirne ancora il battito?
(Dennis Miller)
* Alcune torture sono di carattere fisico, altre di tipo psicologico. Una seduta dal dentista appartiene ad entrambi i tipi.
(Ogden Nash)
* Dottori: chi ha lasciato l’aorta aperta?
(Gino Patroni)
* Salvo complicazioni sta per morire.
(Jules Renard)
* Il mio medico mi ha dato due settimane di vita. Spero capitino in agosto.
(Ronnie Shakes)
* Se un chirurgo ti parla con il cuore in mano non fargli perdere tempo.
(Mirco Stefanon)
* Tutte le scoperte della medicina si possono ricondurre alla breve formula: l’acqua bevuta moderatamente, non è nociva.
(Mark Twain)
* Un’operazione di poco conto è quella subita da qualcun altro.
(Victoria Wood)